Se Wojtyla contribuì in maniera determinante alla caduta del muro di Berlino e del regime Comunista russo, Benedetto XVI potrebbe accontentarsi di far cadere il governo Prodi e assestare un duro colpo al catto-comunismo italiano che da decenni è la condanna di questo paese.
Forse il "Pastore Tedesco", come simpaticamente lo appellarono i compagni del Manifesto, nella sua logica teutonica non riesce a capire ed accettare che Cattolici più o meno praticanti possano spudoratamente andare a braccetto con chi ha fatto dell'ateismo e del relativismo una ideologia con cui abbindolare le masse di mezzo mondo, calpestando ogni credo al solo fine di assicurarsi il potere.
I Cattolici con la tessera del PCI sono una anomalia tutta italiana, frutto di una concezione Bizzantina e ipocrita della politica, dove ..mai dire mai, la coerenza è degli stolti che non sanno progredire per diventare cattolici adulti e andare alle manifestazioni della CGIL a dire "il vostro programma è il mio programma", caro Prodi il mercante.. forse è arrivato il tempo che qualcuno ti cacci dal tempio.
lunedì, febbraio 12, 2007
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1 commento:
Buonsenso,
magari IlManifesto avesse titolato
"Pastore Tedesco".
Il quotidiano titolò "pastore tedesco" dove l'uso delle minuscole mostravano maggiormente la loro pesantezza.
Scelte editoriali a parte, come stabilito dalla Costituzione (art.7) i rapporti tra Stato e Chiesta sono liberi e autonomi e si rifanno "a quanto definito nei Patti Lateranensi".
In essi, all'art.1, si legge che la religione dello Stato è una sola, quella cattolica e apostolica.
Pertanto, essendo l'Italia "dipendente" dal Vaticano, mi chiedo per quale recondito motivo la Chiesa non abbia, secondo la sinistra, il diritto di intervenire ed esprimere il proprio pensiero specie in materie ad essa vicine.
Se poi ci metti che oggi il Min.Ferrero ha detto che la Chiesta sta travalicando le regole dei Patti Lateranensi o la Finocchiaro che sostiene che "la Chiesa gioca una partita politica" allora abbiamo ben chiaro quali siano le intenzioni di questo governo.
Non ci resta che sperare in Mastella (sigh!)
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