martedì, luglio 04, 2006

Ma quale destra e sinistra...

Lo scrivo io perchè probabilmente non lo scriveranno molti altri. Credo che oggi senza necessariamente fare qualunquismo non abbia più senso parlare di dx e sx, il consenso diffuso a dx per il decreto Bersani ne è ulteriore dimostrazione, la vera discriminante è da identificare fra i lavoratori del privato, dipendenti e autonomi, che si sono volenti o nolenti adattati alle regole del nuovo mercato del lavoro e i lavoratori statali, parastatali e di tutte quelle aziende e settori che godono di inspiegabili ed inaccettabili protezioni. Abbiamo così l'assurdità di un ex comunista che liberalizza e un CD che si fa paladino delle corporazioni più diverse, dai taxisti ai farmacisti, dalle banche ai notai, assurdo semplicemente assurdo. La cosa deprimente per un elettore del CD è che tutte le migliori teste pensanti di area, hanno coerentemente applaudito Bersani mentre i vertici politici sembra vogliano suicidarsi inseguendo il consenso di categorie che vedono solo oggi cadere privilegi e rendite di posizione che non avrebbero mai dovuto esistere. Io sono Liberale Liberista e Libertario (come un tempo Pannella) e oggi per tanti versi mi sento più vicino a Bersani che ad Alemanno, Storace, Cicchitto, Follini e a tanti altri nel CD che di liberale non hanno nulla. Il vero conflitto di interessi è oggi fra una marea crescente di persone che sente come un diritto una serie impressionante e vergognosa di privilegi ingiustificati che il tempo ha legittimato e radicato. Il popolo degli iperprotetti è quantomai variegato, ma una costante la si trova facilmente, appartengono tutti a categorie ipersindacalizzate o a lobby di ex monopolisti con poteri più o meno forti. Le categorie lavorative sono centinaia ma da sempre in Italia scioperano solo, i metalmeccanici, gli autoferrotramvieri, i controllori di volo, i piloti Alitalia, gli insegnanti, i gornalisti ed ultimamente anche i giudici. Non scioperano i dipendenti dei Ministeri solo perchè anche la vergogna ha un limite.
Io credo che o si sceglie di essere un paese socialista e in questo caso le protezioni valgono per tutti, ma abbiamo visto come va a finire, o si sceglie la via liberale del mercato, quindi la famigerata precarietà vale per tutti poichè non possono esistere cittadini di serie b gettati in pasto alle tigri asiatiche e boiardi di stato che con pochi anni di lavoro sicuro si garantiscono un futuro più che dignitoso. Le regole devono valere per tutti poichè in caso contrario si prepara la strada ad uno conflitto sociale dall'esito devastante.
Esiste oggi una parte del paese a cui bisogna avere il coraggio di dire "la festa è finita", da domani si comincia a lavorare come qualunque artigiano bergamasco, come qualunque barista romagnolo, come un qualunque commerciante siciliano!
Se si facesse chiarezza non avremmo più l'equivoco del nord che vuole mollare il sud ma tutti saprebbero che al sud esistono parassiti mantenuti così come a Brescia o a Verona ed onesti lavoratori che si guadagnano la pagnotta esattamente come a Brescia o a Verona. Il fatto che al sud l'assistenzialismo cronico sia per ragioni storiche più diffuso non dovrebbe essere strumentalmente utlizzato per compattare geograficamente le popolazioni in una sorta di scontro etnico da cui ricavare consenso politico in un orizzonte economico che si fa a tratti cupo e tempestoso mentre non si vede la capacità di rasserenarlo nè in questa destra ne in questa sinistra entrambe schiave del ricatto rappresentato dal voto di milioni di privilegiati.

Nessun commento: